L'interesse di un lavoro artistico intorno al tessuto, ha circondato in maniera non assoluta il mio immaginario bambino. Mia nonna trascorreva molti pomeriggi cucendo, preparava centrini e disegni, che io poi guardavo con curiosa indifferenza. Realizzava disegni a matita, che poi colorava a pastello e riportava su stoffe. Disegnava, cucendo talvolta per vari mesi. È un ricordo che ha a che fare con la quotidianità, con un senso di intimo domestico, come se quei grandi armadi bianchi e quei quei grandi scaffali, fossero i forzieri di un grande tesoro... Nel tempo ho imparato a vedere queste stoffe come qualcosa di eterno, qualcosa che poteva resistere al morso del tempo. Un lavoro di dedizione e di cura. Era una maestria che mia nonna aveva appreso da bambina, lavorando i pomeriggi in una scuola di suore. Lei non era nata nella mia stessa città, ma io da bambino immaginavo che andasse dalle stesse suore qua sotto, quelle proprio vicino a casa... Ancora mi raccontava, come un vestito che lei aveva realizzato, fosse conservato a Moneglia in una chiesa, in una teca di vetro, che poi veniva utilizzato soltanto il giorno della processione. Non so se questi vestiti siano ancora là, ma mi piace pensare di si... Invece sono sicuro della durata di alcuni centrini e di questi lavori cuciti, realizzati e poi regalati alla parrocchia di Cristo Re ad Imperia. Era l'occasione del Giubileo, parliamo di tempi già molto passati; ma invece questi lavori cuciti ,sono ancora ben conservati, in alcune cornici con vetro, qui proprio vicino ,nella sacrestia della Chiesa o nell'ufficio del Parroco... Passarono gli anni, era il 2015, ricordo un freddo che aveva qualcosa a che fare con la Siberia o con un viaggio solo immaginato in Germania, era comunque un inverno anche se in realtà ero ad Imperia. E poi, ricordo un viaggio verso Bruxelles e la Francia , erano i mesi in cui scavavo ed incidevo alcune xilografie, i miei Märchenbilder #1 e #2, dei paesaggi immaginati, incisi e stampati; suggestioni romantiche e musiche di Schumann. In quel periodo avevo terminato la carta e non sapevo come realizzare le mie stampe di allora. La carta Giapponese è molto costosa e difficile da trovare. Fu quello il primo momento, dopo molte tazze di the, decisi di riaprire gli armadi e di utilizzare le stoffe trasparenti e delicate della nonna. Non era un lavoro semplice, dovevo stirare e trattare i panneggi con alcuni prodotti. Era forse un lavoro o un'idea venutami dopo la visita ad un oratorio di Cervo, dove scoprii una piccola xilografia di una Madonna stampata su una piccola seta. Non ricordo; ma forse, in quello stesso momento, pensavo agli stessi centrini e ai vestiti cuciti. Pensavo a quello stesso lavoro lungo e faticoso che per me era la xilografia e che trovava e la stessa dimensione di un laborioso impegno ed ingegno, che già da bambino io avevo incontrato. Sarà forse così, che cominciato un percorso attraverso le stoffe; stoffe che mi riportano al tema della delicatezza, della precarietà e della bellezza nell'arte, Un assunto importante se unito alle qualità della durata, un assunto che forse un giorno potrà vincere il tempo...
Le mie costellazioni, sono immagini molte leggere, tessuti e stoffe quasi trasparenti.
Per mesi ho ricalcato alcune delle Uranometrie di Johann Bayer bucherellando fogli di carta, per riportare l'esatta posizione di queste costellazioni. Ho realizzato, poi alcune fotoincisioni, trasferendo queste immagini, con tinte Oro, Argento e Trasparente. Combinandole, sovrapponendole ed incrociandole tra di loro. Sono 4 costellazioni per un sogno difficile, declinate in 9 differenti possibilità (combinazioni). Sono riflessioni su la natura dell'arte o un sogno nel tempo in cui tutto è buio e lontano - come le stelle. Un pensiero per una trasformazione, che attraverso la luce, può giungere fino a noi.E' un discorso, infine di intimità e fragilità dell'immagine; un racconto sussurrato la notte, con un filo di voce. |